Respirate profondamente. Le montagne che avete davanti a voi sono le celeberrime Dolomiti, quei Monti Pallidi che hanno affascinato generazioni di alpinisti, artisti e viaggiatori. Uno spazio di vita per migliaia di persone, una delle prime destinazioni turistiche delle Alpi e non solo.
Nel 2009 UNESCO le ha inserite nella Lista del Patrimonio Mondiale certificando l’eccezionale valore che queste montagne hanno per l’intera umanità in riferimento alla geologia e all’estetica paesaggistica. Il riconoscimento UNESCO non è una forma di protezione ma il riconoscimento di un’eccezionalità che va fatta conoscere e comprendere, per saperla valorizzare con equilibrio e tramandare alle future generazioni. Camminare nelle Dolomiti vuol dire farsi travolgere dal fascino del sublime e immaginare che quel pendio altro non era che la scarpata di un atollo di un mare tropicale di 230 milioni anni fa.
Il sito Dolomiti UNESCO è, probabilmente, uno dei più complessi al mondo per quanto riguarda la gestione. Un Bene seriale, composto da nove Sistemi ed esteso su 142mila ettari in cinque province e tre regioni. La Fondazione Dolomiti UNESCO è uno strumento a disposizione dei territori per gestire il Bene Dolomiti in maniera coordinata e congiunta, istituita in accordo con UNESCO all’indomani del riconoscimento. Non è l’ente di promozione turistica delle Dolomiti né un organismo di controllo. Il suo funzionamento si basa sull’idea della gestione a rete, sul principio che la cooperazione sia da preferire alla chiusura in compartimenti territoriali in competizione tra loro.
Proprio in quest’ottica la Fondazione si occupa di sviluppare e coordinare molteplici iniziative ed attività, preoccupandosi di rendere replicabili su tutti i territori che fanno parte delle Dolomiti UNESCO progetti e buone pratiche mirate alla comunicazione, valorizzazione e gestione del Patrimonio Mondiale. L’obiettivo è fare in modo che le comunità delle Dolomiti siano sempre più consapevoli degli eccezionali valori universali alla base del riconoscimento e che siano parte attiva nella loro trasmissione alle generazioni future. Un patrimonio comune rispetto al quale tutti, residenti e visitatori, condividono la responsabilità della conservazione e dello sviluppo sostenibile. Molte sono le iniziative portate a termine, altrettanti i progetti in cantiere nei territori.
Per chi ha voglia di mettersi in gioco, la Fondazione Dolomiti UNESCO è a disposizione.
www.dolomitiunesco.info
All’alba e al tramonto le Dolomiti che abbracciano Alleghe si accendono di spettacolari tinte, sfumature di colore rosa che lasciano il passo a tonalità di rosso fuoco sempre più intense. È il momento dell’enrosadira, un incredibile spettacolo della natura per il quale vale la pena fermarsi, fare un respiro e contemplare il panorama indimenticabile delle Dolomiti.
L’enrosadira, dal ladino dolomitico enrosadöra e rosadüra, “il farsi di colore rosa” deve il suo nome all’effetto che colora le montagne e che, in modo diverso secondo i periodi dell’anno, scandisce il passare del tempo e delle stagioni degli abitanti di Alleghe.
È la stessa conformazione geologica delle pareti rocciose delle Dolomiti a causare questo fenomeno. Esse sono infatti formate da dolomia, un minerale che contiene “dolomite”, un composto di carbonato di calcio e magnesio. Questa particolare struttura chimica provoca la rifrangenza della luce del sole e dà vita alle caratteristiche colorazioni rossastre e aranciate che hanno ispirato poeti e viaggiatori di tutto il mondo. Ogni giorno lo spettacolo si rinnova in maniera diversa, con particolari sfumature che variano a seconda della posizione del sole e dell’inclinazione dei raggi solari, ma anche delle condizioni atmosferiche e dell’aria.
L’imponente parete nord-ovest del gruppo del Civetta, in particolare, con la sua incredibile estensione di quattro kilometri alla base e oltre mille metri d’altezza, ci dà la possibilità di osservare l’enrosadira in uno dei contesti più affascinanti e rappresentativi dell’intero l’arco dolomitico. In inverno, dopo una giornata sugli sci, seduti sulla terrazza di un rifugio in alta quota oppure passeggiando intorno al suggestivo lago di Alleghe ghiacciato, vivere il momento del tramonto infuocato è un privilegio impagabile che ci restituisce una sensazione d’incanto e stupore di fronte a una natura che sembra appartenere a un altro mondo.
L’area sciistica situata tra le Dolomiti Venete del Civetta, comprende le località di Alleghe, Selva di Cadore e Val di Zoldo.
In totale 72 chilometri di piste collegate da moderni impianti di risalita che si snodano lungo discese perfettamente innevate, suggestivi paesaggi e caldi rifugi dove riprender fiato e gustare ottimi piatti tipici. Il Civetta, per la sua posizione geografica facilmente e velocemente raggiungibile, si può considerare come la porta d’accesso delle Dolomiti. Nessun amante della montagna, anche il più esigente, potrebbe sognare di meglio: piccoli romantici paesini immersi in un paesaggio quasi incontaminato e circondati dalle più belle cime dolomitiche, prima fra tutte il Civetta, regno del sesto grado e mito per tutti gli appassionati di arrampicate e vie ferrate.