Fermare la frenesia della quotidianità che talvolta disorienta. Lasciare spazio alla cura dell’anima e del corpo. Respirare. Contemplare la bellezza della natura, custodire paesaggi che rimarranno scolpiti nei propri ricordi.
Dinnanzi le Dolomiti è inevitabile provare un forte senso senso di stupore: un senso di meraviglia, di gratitudine e di incredulità. 234.000 ettari di sublime bellezza, unica al mondo per il suo paesaggio, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un fascino decantato in molte opere letterarie, artistiche e fotografiche.
Le Dolomiti, sorte tra le acque di un antico oceano preistorico, fondono storia, paesaggio e unicità geologica per dare vita a un valore universale da tutelare e valorizzare. Pareti che si stagliano verso il cielo, campanili, pale, torri con numerose vette oltre i 3.000 m, si contrappongono a forme orizzontali e morbide come altipiani, cenge e spalti e poi ancora gole profonde no a 1.500 m.
Ai piedi di questo “mondo verticale”, gli habitat naturali, la biodiversità e la varietà di piante e fiori presenti sono unici. Le Dolomiti raccontano in maniera spettacolare il formarsi della vita nel pianeta e la storia della terra, in particolare del periodo storico tra il Permiano Superiore e il Trassico (tra 270 e 200 milioni di anni fa): scogliere fossili, ambienti tropicali del Mesozoico, attività vulcanica. È straordinario immaginare che passeggiando sulle Dolomiti, si cammina su preistorici vulcani e atolli corallini un tempo sommersi dal mare.
Il Paesaggio dolomitico è famoso e unico al mondo grazie all’enrosadira, spettacolare fenomeno naturale per il quale le rocce si tingono di diversi colori durante l’arco della giornata: arancio, rosso e rosa all’alba e al tramonto, giallo a mezzogiorno, bianco al chiaro di luna.
Preziosa cornice del paese di Alleghe, il monte Civetta (3.218 m) è una delle montagne più famose delle Dolomiti ed è meta ambita dagli alpinisti di tutto il mondo. Maestoso e imponente, è noto come il “regno del sesto grado” o “parete delle pareti”, così chiamato nell’ambiente alpinistico per identi care la parete a Nord-Ovest, caratterizzata da un dislivello di oltre 1.000 m e una lunghezza di circa 4 km, compresa tra la Cima Su Alto a Sud-Ovest e la Torre Coldai a Nord-Est.
È l’imponente montagna dalla forma di un trono, tanto da essere chiamata in dialetto locale El Caregon de ‘l Padreterno, letteralmente “Il trono del Padreterno”. Da Sud-Est, infatti, è visibile una cresta con la “Spalla Sud” e la “Spalla Est” le quali fanno da braccioli al Valòn, un antico circo glaciale, posto al centro. La leggenda narra che Dio, esausto dopo aver creato le splendide Dolomiti, terminò con il Pelmo per potersi finalmente riposare.